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L'OSPITE«KO a Lugano? Che “Trame” torni direttamente a Milano. Almeno accorcia la strada»

20.09.17 - 11:35
Per Arno Rossini le tre partite date da Constantin al mister sono uno scherzo: «Ha perso in coppa, una religione a Sion: un'altra sconfitta e sarà esonerato. Ma anche per Tami il match è importante»
«KO a Lugano? Che “Trame” torni direttamente a Milano. Almeno accorcia la strada»
Per Arno Rossini le tre partite date da Constantin al mister sono uno scherzo: «Ha perso in coppa, una religione a Sion: un'altra sconfitta e sarà esonerato. Ma anche per Tami il match è importante»
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LUGANO - Tre mesi. Tanto è passato da una calda mattina estiva quando, al termine di una telenovela della quale tutti conoscevano il finale, Paolo Tramezzani è stato presentato ufficialmente a Sion. Accolto, quel 20 giugno, come uomo della provvidenza, come professionista in grado di far spiccare il volo alla truppa biancorossa, in 93 giorni il tecnico italiano ha visto precipitare verso lo zero il valore delle sue azioni. Ora, senza un "rimbalzo" verso l'alto (e un ritorno a quote accettabili), tutto il pacchetto si dimostrerà solo cartaccia e lo porterà al licenziamento. Christian Constantin, che in Vallese decide tutto, gli ha dato tre partite per svoltare...

«Tre partite? Non scherziamo - è intervenuto Arno Rossini - se il Sion dovesse perdere a Lugano il licenziamento sarebbe praticamente certo. Ne sono convinto. A quel punto Tramezzani farebbe meglio a prendere direttamente la macchina per tornare a casa a Milano. Almeno accorcerebbe la strada da fare».

Non gli stai dando troppe possibilità...
«Facciamo insieme un'analisi. C'era l'Europa League, e lì il Sion è uscito malissimo contro un avversario dal nome impronunciabile. C'è il campionato, dove a parte l'avvio non si è visto nulla di buono. C'era la Coppa Svizzera, e lì i vallesani hanno fatto una pessima figura. Quest'ultima competizione è una religione a Sion. Se fallisci quell'appuntamento sei morto».

La squadra, guidata da Tramezzani, ha fallito...
«E il mister ora è quasi spacciato. Diciamo che è in prognosi riservata».

Era difficile, alla vigilia della stagione, pensare che per l'ex allenatore del Lugano ci sarebbero state tante difficoltà. Cosa, realmente, è andato storto?
«Tramezzani ha pagato l'inesperienza».

A Cornaredo aveva fatto benissimo...
«Prima dell'avventura in bianconero il mister aveva lavorato esclusivamente da vice. Poi è arrivata la chiamata di Renzetti, che gli ha dato una "wild card". A Lugano ha trovato una squadra buona che aveva reso meno del previsto, e in più ha trovato due attaccanti fortissimi come Alioski e Sadiku. Quel gruppo ha raccolto tanto, anche per merito suo, ed è volato in classifica. Ma diciamolo chiaramente: quando tutto va bene, quando ci sono le vittorie, non è difficilissimo gestire uno spogliatoio. I problemi veri si presentano quando i risultati non arrivano. È in quel frangente che l'esperienza ha un peso determinante. E Tramezzani di esperienza non ne ha moltissima. Arrivati i guai a Sion, l'allenatore non ha più saputo che pesci pigliare».

Sion è anche una piazza più esigente di quella ticinese. E c'è un presidente più ingombrante di Renzetti.
«Però lì hai tutto. Infrastrutture, possibilità, credito. Constantin ti dà il cuore per permetterti di rendere al meglio».

A parte l'aspetto gestionale – come se fosse secondario – dove l'allenatore italiano avrebbe potuto fare meglio?
«A livello tattico ha fatto tanta confusione. È vero che il mercato è stato lungo e la rosa della squadra ha visto tanti cambiamenti, ma lui non ha saputo dare certezze. Ha cominciato giocando a tre dietro. Poi è passato a quattro per poi tornare nuovamente a tre. Non è riuscito a trovare un'idea vincente. Ha fatto una macedonia di errori».

Nonostante ciò è ancora in sella.
«Deve tentare di sfruttare fino in fondo le sue possibilità. E davanti a sé ha una partita tremenda».

Contro un Lugano... così così.
«Quel match sarà complicatissimo per entrambe le squadre. Chi perderà avrà la vita dura».

Pure i bianconeri non se la passano infatti benissimo.
«In Europa League hanno perso contro un avversario che non mi è parso irresistibile. In campionato hanno giocato bene ma raccolto meno di quanto meritavano e tutti si aspettavano. Sono passati in Coppa Svizzera, è vero, ma che sofferenza».

Importante era qualificarsi.
«Assolutamente. Il successo del weekend non ha però cancellato ogni problema. Il guaio, in questo momento, è che i ticinesi segnano poche reti. Non hanno trovato il gol con lo Young Boys. Ne hanno fatto uno sporco con il Be'er Sheva. Ne hanno realizzato uno contro il Köniz. Lì devono migliorare».

Cominciando contro il Sion.
«Per forza. Anche perché se, malauguratamente, non riuscissero a passare, non riuscissero a vincere, poi ad avere parecchi grattacapi sarebbe Pier Tami. La classifica diverrebbe scomoda. Per questo dico che, almeno a livello emotivo, il confronto di Cornaredo sarà caldissimo».

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