Il mister bianconero aveva avvisato e consultato Renzetti prima di portare i suoi in "gita" alle 6 di mattina
LUGANO - Di testa sua - e senza chiedere il permesso alla società - Paolo Tramezzani ha deciso, la scorsa settimana, di condurre i giocatori del Lugano a una mattutina "gita" in un'impresa di pittura di Davesco.
È stato questo, prima ancora che le scelte tecniche, a far uscire dai gangheri Angelo Renzetti e, in seguito, a rendere problematico il suo rapporto con l'allenatore.
La "punizione" non è stata ritenuta consona. Soprattutto, poi, non è stato ritenuto rispettoso prendere un'iniziativa del genere senza consultare la società.
Questo ha raccontato negli ultimi giorni, a più riprese, il presidente bianconero, il quale entro fine settimana deciderà se continuare o meno il suo rapporto con l'attuale allenatore.
Tutto bene, tutto - per certi versi, conoscendo il "pres" - comprensibile.
C'è però un particolare sfuggito ai più: la visita in azienda è sì stata un'idea di Tramezzani, ma non è stata effettuata tenendo il club all'oscuro di tutto.
Stando a nostre informazioni, raccolte nell'ambiente bianconero, il presidente è infatti stato avvisato per tempo dell'iniziativa. Domenica sera, dopo la sconfitta patita dal Thun, l'allenatore gli ha comunicato le sue intenzioni. Renzetti ha accettato di buon grado e proposto di organizzare la visita in uno dei suoi cantieri. Questa strada è stata abbandonata quando ci si è resi conto che, per tutelare i giocatori, non era a disposizione un numero sufficiente di caschi di protezione, d'obbligo nei luoghi esposti al pericolo della caduta di oggetti o di materiali. Da qui la virata sulla ditta di pittura.
Altra prova del fatto che il club era al corrente della visita è data dal mezzo di trasporto utilizzato da mister e giocatori. A Davesco Tramezzani e soci sono arrivati con il pullman bianconero. L'allenatore ha per caso le chiavi del mezzo?
Che vuol dire tutto ciò? Semplicemente che si è fatta una tempesta in un bicchier d'acqua. La situazione pare essere sfuggita di mano ai protagonisti della vicenda e, per scelte e fatti minori, si sta rischiando di mettere in pericolo la tranquillità della squadra.
Già perché, non dimentichiamolo, la squadra, il Lugano, viene prima di tutto: prima di zuffe, malumori e ripicche. C'è una salvezza ancora da raggiungere...