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ATTUALITÀ SETTIMANALENuovi massimi per la borsa statunitense

18.09.17 - 12:12
EFG Asset Management
Keystone
Nuovi massimi per la borsa statunitense
EFG Asset Management

Settimana positiva per i mercati finanziari, con l’azionario statunitense a segnare nuovi massimi storici. Il miglioramento del sentiment si è riflesso in un rialzo dei rendimenti sui titoli di stato, un lieve apprezzamento del dollaro e una correzione marginale dell’oro.


Ad alleviare i timori degli investitori ha contribuito la politica americana: l’amministrazione Trump si è impegnata a raggiungere un accordo sull’immigrazione con i Democratici, ottenendo il sostegno di legislatori di entrambi i partiti. Non si sono inoltre esacerbate ulteriormente le tensioni con la Corea del Nord, uno sviluppo apprezzabile alla luce delle ultime settimane, e la fine dell’emergenza meteorologica negli Stati Uniti ha spianato la strada a un atteggiamento più costruttivo.


I rendimenti sui Treasury sono risaliti dai minimi raggiunti alla vigilia dell'arrivo di Irma in Florida, grazie anche al lieve rimbalzo dell’inflazione ad agosto: ciò ha reso più probabile agli occhi degli investitori quello che sarebbe il terzo aumento dei tassi sui fondi federali per quest'anno alla riunione di dicembre del FOMC. Indicazioni più chiare in merito potrebbero arrivare al prossimo vertice, in calendario per il 20 settembre: dal FOMC ci si attende un annuncio dell'inizio del ritiro del quantitative easing, già ampiamente anticipato nei mesi scorsi.

 
Quanto alla politica monetaria, la Banca d’Inghilterra ha segnalato esplicitamente che un aumento dei tassi di interesse nei prossimi mesi è molto probabile. Dai verbali della riunione è inoltre emerso un consenso tra i membri del Comitato di Politica Monetaria circa la necessità di innalzare i tassi di interesse ufficiali “in misura lievemente maggiore” di quanto i mercati stimino al momento. Un messaggio sicuramente inaspettato, che ha fatto balzare i rendimenti sui gilt nonché la sterlina: quest’ultima ha toccato il livello più alto dal referendum sulla Brexit nei confronti del dollaro americano e ha guadagnato terreno su tutte le principali valute.


Frattanto la Banca Nazionale Svizzera ha ribadito il proprio impegno a mantenere una politica monetaria accomodante, caratterizzata da tassi di interesse negativi e un certo attivismo sui mercati dei cambi al fine di impedire un apprezzamento del franco. La banca centrale ha preso atto che nel corso dell'estate la valuta si è indebolita, anche se in misura a suo giudizio non sufficiente per risolvere il problema della sua “significativa sopravvalutazione”. Ciò detto, le proiezioni sull’inflazione sono state riviste al rialzo rispetto a giugno: la crescita dei prezzi dovrebbe attestarsi all’1,9% nel primo semestre del 2020, un livello sostanzialmente in linea con l’obiettivo del 2%. Sebbene il quadro rimanga incerto, in caso di conferma di tale trend la Banca Nazionale Svizzera potrebbe imboccare anch'essa relativamente presto il sentiero della normalizzazione della politica monetaria già intrapreso dalle sue principali controparti.


Il petrolio ha chiuso la settimana sui 50 dollari al barile dopo che l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha rivisto al rialzo le stime della domanda di greggio per il 2017 e il 2018. A sostenere le quotazioni dell’oro nero ha contribuito anche il calo delle scorte di prodotti petroliferi nell’area OCSE, fenomeno dovuto anche alle condizioni meteorologiche sfavorevoli negli Stati Uniti.

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