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ATTUALITÀ SETTIMANALESMI: l'accento sul dividendo

26.05.17 - 16:40
Equity & Fund Analysis EFG
Keystone
SMI: l'accento sul dividendo
Equity & Fund Analysis EFG

L’SMI ha superato da qualche settimana una soglia psicologica importante corrispondente ai 9000 punti. Non siamo ancora ai massimi di 9537, un tetto che era stato raggiunto con una crescita graduale ma anche più movimentata, condita da alcuni passaggi di volatilità elevata. Vogliamo qui argomentare a proposito di uno dei motivi principali della importante scalata dell’indice svizzero, di ben 12% in soli 4 mesi e di valutare l’effettiva consistenza e le reali probabilità di rimanere nelle zone alte per il resto dell’anno.

Non passa inosservato come il precedente picco sia stato raggiunto durante un mese di maggio (2015): questo fatto non è del tutto casuale. Questa componente di stagionalità dell’indice svizzero è infatti legata alla sua peculiarità di concentrare nei primi mesi dell’anno le assemblee generali degli azionisti con la decisione e l’erogazione del dividendo, che contrariamente ad altri mercati, avviene una sola volta all’anno, appunto entro maggio.

Occorre specificare che l’SMI è un aggregato di capitalizzazioni calcolato senza tenere conto dei dividendi, quindi se dovessimo includere le varie distribuzioni degli ultimi 5 anni, l’SMI in total return sarebbe oggi in procinto di superare il suo massimo assoluto. Considerando le distribuzioni degli ultimi 10 anni, l’indice sarebbe ora a 12'000 punti, quindi 33% sopra il suo valore attuale.

In altri termini, l’indice elvetico, negli ultimi 10 anni ha concesso il 6.52% in performance assoluta, ma il detentore dei vari titoli nelle dovute proporzioni avrebbe realizzato nello stesso periodo un utile del 27.6%, pur capitalizzando il dividendo ad un interesse dello 0%. Si tratta di un risultato modesto rispetto allo S&P500, ma ben superiore all’Eurostoxx50.

In chiave prospettica, ci sono due ordini di grandezza che rendono appetibile il reddito offerto dai titoli dell’SMI. In primo luogo sottolineiamo la qualità del sottostante, che storicamente ha dovuto affrontare una crisi una sola volta, con il titolo Swissair, mentre si è sempre dimostrato di primissima qualità come capacità di mantenere intatto il proprio valore intrinseco. L’analogia con l’obbligazionario in termini di rating è quindi favorevole all’SMI. Vi è inoltre la componente della valuta, ed anche qui sottolineiamo come il CHF, nel lungo periodo, si è visibilmente e costantemente apprezzato nei confronti del USD ed ha quindi acquisito importanza e credibilità come moneta rifugio.

Queste due prerogative qualitative non costituiscono, come nell’obbligazionario, un motivo per chiedere all’investitore un sacrificio sul rendimento, che anzi è pari a quello del’Eurostoxx50 e superiore a quello dell’S&P500. Inoltre le prospettive di crescita stimata del dividendo sono appena inferiori al 5%, sufficienti a mantenere interessante il rendimento anche in termini reali nel medio termine.

La crescita del dividendo è stata una costante anche quest’anno: di tutti i titoli dell’SMI solamente Swatch ha proposto una diminuzione per il 2017, 6 società lo hanno mantenuto costante mentre tutti gli altri lo hanno aumentato.

Il ruolo di surrogato dell’obbligazionario calza bene all’SMI, da sempre apprezzato per la sua caratteristica “difensività”. Fintanto che i mercati sono limitati a muoversi in un ecosistema di tassi d’interesse prossimi allo zero, questo è un ulteriore elemento distintivo a sostegno del mercato azionario elvetico.

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