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ATTUALITÀ SETTIMANALEL'orologeria svizzera rimane indietro

25.07.16 - 14:16
D. Meroni, Equity & Fund Analysis BSI
L'orologeria svizzera rimane indietro
D. Meroni, Equity & Fund Analysis BSI

Della proverbiale puntualità degli orologi svizzeri è purtroppo rimasta la regolarità con la quale, mese dopo mese, esce inesorabile la statistica della contrazione delle esportazioni. La pubblicazione di fine giugno è coincisa con il consuntivo semi-annuale, il più debole da sempre con una contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 16.1%.
Non è quindi una coincidenza che il rendiconto trimestrale di Swatch sia stato preceduto, come richiesto dalle regole della borsa, dalla dichiarazione di profit warning, conseguenza inevitabile del rallentamento della domanda in Asia, del conseguente rigonfiamento delle scorte, e della concorrenza degli smartwatches, fattori che impattano significativamente il segmento medio-basso. Un calo degli utili superiore al 50% e una contrazione delle vendite di quasi il 12% sono un segnale forte dell’implacabile declino in atto. Il titolo ha ripiegato con un’escursione giornaliera di quasi il 15% e un’esplosione dei volumi, a cui è seguito un effimero rimbalzo, ma la discesa è ormai in atto dal 2013 e il valore dell’azione si è nel frattempo dimezzato. È significativo che quest’ultimo smacco non sia nulla più di un ulteriore scalino in discesa, neppure troppo appariscente, nel grafico di lungo periodo.
Una tendenza secolare come quella in atto nell’orologeria svizzera non lascia senza tracce neppure l’altro riferimento della borsa elvetica, Richemont, che per osmosi sta scontando la forte pressione con uno storno sul titolo, tuttavia, per Richemont valgono anche altre considerazioni, come l’importante diversificazione nella gioielleria e in altri beni di lusso ad alti margini, l’importante quota di vendite in USD, l’inalterata capacità di generare un flusso importante di cash e una solidità di bilancio che garantisce un interessante redditività del capitale. Il dividendo, solido e in crescita regolare, è un altro argomento a sostegno di Richemont.
La momentanea debolezza del titolo indica come la pressione che sta attualmente rallentando il comparto dell’orologeria sia prevalente nelle analisi, e che dunque sia fattorizzata nell’attuale valutazione, che a 17x è inferiore alla media di lungo periodo e meno della metà del picco massimo raggiunto nel 2015.
Fortunatamente, l’orologeria è finora l’unico episodio negativo di spicco nella stagione delle pubblicazioni dei risultati trimestrali. E così l’SMI ha ultimato la terza oscillazione dal 2T16 a superare gli 8'000 punti. Al livello attuale, tuttavia l’indice ha raggiunto per la prima volta quest’anno la media mobile dei 200 giorni, e visto che la parabola più recente disegnata sembra giunta ad un massimo periodico ed ha iniziato a flettere verso una naturale fase di consolidamento, mettiamo in guardia gli investitori meno inclini al rischio, ricordando come l’ultima volta in cui era stata attraversata la media mobile dei 200 giorni, lo scorso dicembre, è stata il preludio ad una contrazione più lunga e pronunciata dell‘indice, durata per un intero trimestre. Se il settore finanziario disattenderà le attese, potremmo avere una replica analoga.

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