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PRO JUVENTUTEChe ne è dei giovani che non concludono la scuola dell'obbligo?

19.05.16 - 06:00
Il problema, che inizialmente era legato alla formazione e allo sviluppo di un profilo di personalità solido ed equilibrato è diventato sociale, e il costo non è indifferente
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Che ne è dei giovani che non concludono la scuola dell'obbligo?
Il problema, che inizialmente era legato alla formazione e allo sviluppo di un profilo di personalità solido ed equilibrato è diventato sociale, e il costo non è indifferente

La fine della scuola si sta avvicinando. I ragazzi che termineranno la scuola dell'obbligo saranno chiamati ad una scelta importante da formulare con le rispettive famiglie. Alcuni sceglieranno la via dell'apprendistato; altri quella degli studi superiori. Alcuni, però, concluderanno il periodo dell'obbligo scolastico – purtroppo – senza licenza di IV media. Quanti sono i ragazzi che, ogni anno, non ottengono detto certificato? Alcune decine (una sessantina). Sono molti, e non bisogna nemmeno pensare che siano tutti ragazzi che si trovano in quarta media. Alcuni di questi hanno finito la terza; altri addirittura solo la seconda e, se si sommano gli anni in cui hanno dovuto ripetere a quelli dove sono stati promossi, i conti tornano. Per iniziare un apprendistato non bisogna necessariamente possedere una licenza di IV media… Ma, secondo voi, se un datore di lavoro si trova davanti una scelta del tipo: cinque o sei (quando non: cinquanta o sessanta) candidati all'apprendistato che hanno la licenza e uno che non ce l'ha, su chi convergono?

A volte il percorso di coloro che non hanno ottenuto la licenza è davvero complicato, pieno di casini, anche demotivante e sicuramente doloroso. Non si può parlare di colpa, perché un ragazzo di 13 o14 o 15 anni non può essere ritenuto – in ogni caso – l'unico responsabile del proprio destino. Che ne è di questi ragazzi? Assicurazione disoccupazione e pubblica assistenza sono a volte le uniche soluzioni. E la questione, a questo punto, si complica. Il problema, che inizialmente era legato alla formazione e allo sviluppo di un profilo di personalità solido ed equilibrato è diventato sociale, collettivo. E genera un costo davvero non indifferente per – appunto – la collettività, costo che non è solo finanziario, e questo va da sé.

Non lasciare indietro nessuno significa, allora, anche assumere la responsabilità di prendersi cura di questi ragazzi. Ed è sicuro che, con una nuova chance (o, perché no: un paio di nuove chances) rinasceranno a vita nuova e si renderanno indipendenti. A beneficio di tutta la collettività. 

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