Bruno Besomi, Membro del Consiglio Regionale della CORSI
Il tempo stringe, a marzo o al più tardi nel mese di giugno del 2018 si decideranno le sorti dell’offerta di servizio pubblico multimediale del nostro paese.
Le cittadine e i cittadini svizzeri potrebbero essere privati di un’offerta pluralista, imparziale e fortemente variegata su quanto accade giornalmente nella Svizzera italiana, in Svizzera e nel mondo intero.
Mi sembra uno scenario devastante che ci toglierebbe la possibilità di essere informati e formati in modo neutro sulle numerose offerte d’attualità, sportive, culturali e intrattenitive proposte giornalmente a un paese moderno, dinamico e attento agli interessi di tutta la popolazione.
Il killeraggio della tassa di ricezione è di fatto un approccio di estremo liberismo che in teoria vorrebbe essere forza motrice economica ma che in realtà porterebbe a un impoverimento della Svizzera italiana, anche in termini economici, pensiamo ai circa 1200 dipendenti di RSI senza dimenticare i dipendenti di Teleticino e di diverse radio private che pure perderebbero il lavoro, alle loro famiglie e ai numerosi imprenditori che giornalmente beneficiano degli importanti indotti prodotti da aziende energiche, creative e in costante movimento con l’obiettivo di soddisfare i bisogni dell’utenza.
Kill Billag significa in parte la morte della nostra libertà d’opinione e pensiero a favore di lobbies in agguato pronte a fornirci contenuti parziali, fuorvianti e legati ad interessi superiori e circoscritti.
La RSI è di destra, di sinistra, ciellina, neocatecumenale, centrista, castrista, keynesiana, faziosa…
Basta con queste etichette fasulle inventate per influenzare le masse che per fortuna hanno imparato a pensare con la propria testa con risultati di tutto rispetto e che a discapito di tutti amano ancora il lavoro serio e impegnato alimentando ogni giorno i “caminetti virtuali” delle nostre economie domestiche, gli smartphone dei nostri lavoratori, i tablet e i pc ormai ad uso di tutti.
La SSR è un’azienda seria e sempre pronta a mettersi in discussione, lo ha fatto e lo sta facendo giornalmente con autocritica e razionalizzando i costi, ma sempre nel rispetto del patto sociale con le proprie maestranze formate, competenti e professionali.
Pensiamoci prima dell’urna.