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OSPITENon è un paese per stadi

28.04.17 - 13:00
Milko Del Bove, presidente Associazione AMICA
TiPress
Non è un paese per stadi
Milko Del Bove, presidente Associazione AMICA

Ci mancava anche l'hockey: da quando si sono accorti che a Castione c'è uno svincolo autostradale vicino a un terreno vuoto si è scatenata la corsa a inventarsi il modo piú strampalato per costruirci qualcosa. Il tutto con l'aiuto di pochi indigeni (un numero a caso: sette) che si fanno convincere da una manciata di perline colorate. E non serve nemmeno averle, le perline: basta dire che son lí pronte in una banca di Montecarlo, Londra o Atlantide. Ogni idea, per quanto assurda, diventa un progetto dalle solidissime fondamenta ... di fumo: lo stadio-torre promosso dal noto imprenditore finanziario italiano che tutti (o almeno i sette di prima) prendono sul serio anche quando si presenta vestito da Charlot; lo stadio-bis versione british dello stesso imprenditore, stavolta in giacca, cravatta e sentenza di fallimento. E ora una pista di ghiaccio che (c'è da esserne sicuri) scalderà gli animi dei soliti sette, beati loro e le loro perline colorate.

A dirla tutta, qualcuno a Castione comincia a spazientirsi. Davvero non c'è modo di rilanciare una zona industriale con – azzardiamo – un progetto industriale, magari – potrà sembrare strano – mettendoci un'industria? Davvero l'unica possibilità di sviluppo di Castione consiste nell'acquistare la fontana di Trevi, pesci compresi, da un erede di Totò? Dopotutto che c'è di male a lasciarsi cullare dall'utopia di un'impresa locale che vuole insediarsi in quella zona? Certo, immaginare una banalissima ditta edile o meccanica in una zona industriale non è piú di moda, è "out": vuoi mettere un campo di baseball con outlet e spa, oppure un ippodromo con sciovia! Un po' di originalità, insomma!

Ma noi preferiamo essere fuori moda, "out", e faremo di tutto per rinviare al mittente queste idee strampalate, gli stadi di calcio di oggi come le piste di ghiaccio di domani e i velodromi o chissà cos'altro di dopodomani. Perché a noi le perline colorate non piacciono.

A questo punto potremmo proporre di destinare almeno una piccola parte della zona industriale ad altro, qualcosa che sia utile a tutta la popolazione di Castione: che so, un'area verde, un parco; in un attimo di follia potremmo suggerire di recuperare il progetto di microcentrale elettrica con annesso "lago". Fare insomma qualcosa che porti un po' di vita in quel non-luogo che oggi è la stazione di Castione. Ma alcuni nostri concittadini (un numero a caso: sette) ci prenderebbero per poveri illusi.

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