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OSPITEStrategia energetica: sì, ma a 3 fasi anziché a 2

27.04.17 - 21:00
Conferenza dei governi dei cantoni alpini
Keystone
Strategia energetica: sì, ma a 3 fasi anziché a 2
Conferenza dei governi dei cantoni alpini

La colonna portante della Strategia energetica 2050 è l’idroelettrico – un settore attualmente sotto pressione, dovendo combattere sul mercato elettrico ad armi impari. Il premio di mercato previsto dalla Strategia non basta a compensare questo svantaggio. A favore dell’energia rinnovabile è dunque necessario un premio per il servizio universale e, quindi, una nuova Strategia a 3 fasi anziché a 2.

La produzione elettrica svizzera consta per circa il 60% di energia idroelettrica, una percentuale che, secondo la Strategia energetica 2050 (SE 2050), dovrà essere ulteriormente potenziata, nonostante i limiti imposti dalle disposizioni sui deflussi residuali. Pur essendo dunque la colonna portante della SE 2050, l’idroelettrico al momento è in pericolo, dovendo combattere ad armi impari.

Armi impari - Il prezzo dell’energia elettrica svizzera è determinato dal mercato europeo, che non può tuttavia essere considerato un vero e proprio mercato. Il crollo dei prezzi del carbone, del gas e dei certificati CO2, così come le misure protezionistiche introdotte nei Paesi dell’UE, distorcono il “mercato” tanto quanto i miliardi di sovvenzioni a favore degli impianti fotovoltaici ed eolici. Non si capisce perché l’idroelettrico svizzero debba rimanere ulteriormente in balia di queste discriminanti distorsioni del mercato senza alcuna tutela. Le conseguenze risultano infatti paradossali da due punti di vista: da un lato, anziché sfruttare l’energia idroelettrica locale, si importano dall’estero ingenti quantità di corrente elettrica a basso costo prodotta dal carbone. Dall’altro si sottrae redditività alle centrali idroelettriche svizzere, il che mette anche inutilmente in dubbio il loro contributo alla sicurezza dell’approvvigionamento, vista l’assenza di investimenti in manutenzioni e ampliamenti. Nel complesso, la situazione che ne deriva dal punto di vista della sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, della creazione di valore in Svizzera e dell’occupazione nelle regioni periferiche non può che dirsi svantaggiosa.

Il premio di mercato è solo un primo passo - La SE 2050 prevede un premio di mercato della durata quinquennale a favore dell’energia idroelettrica prodotta dalle grandi centrali idroelettriche che dev’essere venduta alle utenze al di sotto dei costi di produzione. Il premio di mercato è pari a unmassimo di 1 ct./kWh ed è finanziato con 0,2 centesimi provenienti dal supplemento di rete, ciò che equivale a circa 120 milioni di franchi all’anno. Questa somma, tuttavia, non basta affinché le grandi centrali idroelettriche svizzere possano combattere ad armi pari. In tutto servono circa 500 milioni di franchi all’anno. Occorrono dunque urgentemente ulteriori misure, attendere oltre sarebbe da irresponsabili.

Ulteriore misura: premio per il servizio universale con e energie rinnovabili - Oltre al premio di mercato, pertanto, i Cantoni alpini chiedonola rapida introduzione a tempo determinato di un premio per il servizio universale con energie rinnovabili. Si tratta di un modello con un meccanismo di compensazione tra i consumatori finali e i produttori. I gestori della rete di distribuzione riscuotono dai consumatori finali un premio per il servizio universale e lo versano in un fondo di compensazione. Se gli impianti di produzione non riescono a coprire i propri costi di produzione, la differenza viene colmata da tale fondo. Se, invece, il prezzo di mercato è superiore ai costi di produzione, sono i produttori a dover versare la differenza nel fondo, che a sua volta rimborserà la somma in esubero ai consumatori finali. Si crea così un meccanismo di compensazione che grava sui consumatori finali nei momenti di difficoltà e che li sgrava nei periodi favorevoli. L’idroelettrico si troverà dunque a operare in uno scenario affidabile, il che rimetterà in moto gli investimenti in manutenzioni e rinnovi a beneficio della sicurezza dell’approvvigionamento elettrico (appendici 1 e 2).

La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale martedì scorso ha deciso a grande maggioranza, di proporre per il servizio universale un modello in base al quale in futuro ai consumatori fissi finali viene fornita esclusivamente elettricità proveniente da centrali indigene che producono energia a partire da fonti rinnovabili e di approfondire la questione della sua impostazione tariffale. Questa decisione va nella direzione indicata dalla nostra Conferenza, necessità però di ulteriori approfondimenti nel corso dei lavori parlamentari. In quest’ottica i cantoni alpini continueranno a seguire con attenzione ed interesse i lavori delle Commissioni, anche in maniera attiva.

Passaggio alla Strategia a 3 fasi anziché a 2 - La SE 2050 è stata configurata in due tappe. La consultazione e, in seguito,la discussione in seno alle Camere si sono svolte su questa base. Nel frattempo, tuttavia, il sistema di incentivazione nel settore del clima e dell’energia, concepito per la 2a tappa, è diventato un capitolo concluso. Servono pertanto alternative. A tale proposito, al momento si stanno valutando vari “modelli di mercato”, la cui verifica e trattazione da parte dell’Amministrazione federale e del Parlamento richiederà del tempo. Tempo che le grandi centrali idroelettriche svizzere non hanno, dovendo attualmente combattere ad armi impari. Affinché la SE 2050 poggi su basi solide e vada a buon fine, è pertanto necessario passare a una strategia a 3 fasi anziché a 2. Tra la prima e la seconda tappa, posticipata, va incorporato, a titolo transitorio, il premio per il servizio universale con energie rinnovabili.

Cantoni alpini per un “sì, ma” - I Cantoni alpini sono favorevoli alla SE 2050, dal momento che rappresenta un chiaro segnale a favore delle energie rinnovabili e, in particolare, prevede un primo intervento a sostegno dell’idroelettrico. Tuttavia, non essendo sufficiente, occorre decretare in tempi rapidi una misura transitoria sotto forma di premio per il servizio universale con energie rinnovabili, che verrà abolita non appena entrerà in vigore un nuovo modello più conforme al mercato elettrico.

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