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OSPITEIl senso di un ospedale di valle oggi

19.04.17 - 09:46
Sandro Bonetti, medico di famiglia di Dongio e co-firmatario dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”
Ti Press
Il senso di un ospedale di valle oggi
Sandro Bonetti, medico di famiglia di Dongio e co-firmatario dell’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”

All’inizio del mese di aprile è cominciata la raccolta delle firme a favore dell'iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, che ha come obiettivo non solo il mantenimento ma il potenziamento dell’offerta sanitaria di base in tutto il Cantone, in particolare nelle regioni discoste. La pianificazione ospedaliera e in generale la gestione della sanità ticinese sembrano orientate sempre più verso la centralizzazione delle prestazioni, con una progressiva riduzione dell’offerta nelle valli e nelle regioni considerate fuori mano. Spesso per motivare questa tendenza la politica afferma che si vuole migliorare la qualità delle cure, mentre quello che si rischia di ottenere è l’esatto contrario. Ho lavorato in diversi ospedali del Canton Ticino prima di rilevare lo studio di un medico di famiglia nella Val di Blenio e ho potuto osservare il modo di praticare la medicina sia negli ospedali grandi sia in quelli piccoli. Posso affermare che, se da un lato la formazione negli ospedali maggiori è utile per imparare la gestione di patologie molto complesse e a presentazione meno frequente, è proprio negli ospedali più piccoli che viene praticata la medicina che uso nel quotidiano nel mio studio. Negli ospedali di zona (Acquarossa e Faido), grazie alla presenza di medici di qualità eccellente, viene praticata una medicina moderna e concreta, poco dispendiosa ma comunque efficace perché sopperisce alla mancanza di esami complessi (come ad esempio la TAC o la risonanza magnetica) e di medici specialisti con lo sviluppo di competenze che permettono di gestire la maggior parte delle patologie. Ci sono certamente pazienti che necessitano esami più approfonditi e in questi casi non si indugia e si organizza un trasferimento in un centro specializzato. In questo senso anche la capacità di saper scegliere quali pazienti necessitano realmente un esame che vada oltre ai mezzi tecnici a disposizione è una competenza che va acquisita e praticata.

In un sistema sanitario in cui i costi salgono in continuazione è cruciale il ruolo del medico di base che contribuisce al loro controllo grazie ad una medicina ponderata, basata sulla profonda conoscenza del paziente e sul dialogo che si instaura con lui. Per quanto riguarda il mio personale percorso formativo, questo tipo di approccio mi è stato insegnato principalmente all’ospedale di Acquarossa. Per questo è di grande importanza che vi venga mantenuto anche un pronto soccorso aperto giorno e notte perché è proprio questo reparto a rappresentare il luogo di formazione ideale per sviluppare le competenze descritte in precedenza. Vedo quindi nella formazione dei giovani medici una delle funzioni d’eccellenza per i nosocomi di valle, considerando inoltre che il passaggio in un ospedale periferico durante il periodo di formazione è uno dei modi più efficaci per instaurare un legame con un territorio dove per falsi preconcetti o scarsa conoscenza pochi andrebbero a stabilirsi.

Questa iniziativa non è quindi un tentativo di difendere in modo campanilistico quanto c’è nelle regioni lontane dai centri urbani, ma piuttosto di rendere coscienti che mantenere in modo capillare sul territorio una medicina di base moderna e concreta con l’utilizzo delle risorse a disposizione sul posto rappresenta una garanzia di qualità e di contenimento dei costi. Mi sento quindi di appoggiarla pienamente e invito tutti a farlo, sottoscrivendo l'iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità” sul formulario scaricabile dal sito https://ospedalidivalle.wordpress.com.

 

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