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OSPITEUna riforma lungimirante

09.02.17 - 13:00
Nicolas Brianza, Vice-Presidente, Verdi Liberali Ticino
Una riforma lungimirante
Nicolas Brianza, Vice-Presidente, Verdi Liberali Ticino

L’introduzione della Riforma III sull’ imposizione delle aziende che voteremo il prossimo 12 febbraio potrebbe segnare l’inizio di una nuova politica fiscale a salvaguardia e rilancio della nostra economia e di posti di lavoro. L’abolizione dei regimi fiscali speciali eliminerà un privilegio che tantissime aziende estere oggi beneficiano al contrario delle aziende locali che pagano un’aliquota più alta. L’eliminazione di questa disuguaglianza di trattamento fiscale tra aziende è sicuramente positiva, ma bisogna anche riconoscere che molte di queste aziende estere che non godranno più dei sconti fiscali si domanderanno se varrà la pena rimanere in Svizzera dove dopotutto “vantiamo” uno tra i più alti costi della vita al mondo e quindi non siamo propriamente attrattivi se comparati con altri paesi. Ne consegue che eliminando gli attuali privilegi fiscali adeguandoci dagli standard internazionali perderemo competitività sul piano internazionale, perdita che dovremo controbilanciare riducendo il carico fiscale indistintamente a tutte le aziende sul territorio. Se invece non facciamo nulla il rischio concreto è che si perdano 150'000 posti di lavoro e 5 miliardi di introiti fiscali, una situazione che credo nessuno vorrebbe vedere. E qui entra in gioco la Riforma III che voteremo nei prossimi giorni. Questa riforma sancisce un primo principio importante di armonizzazione fiscale con una base legale condivisa tra i Cantoni evitando in questo modo una frenetica concorrenza fiscale al ribasso delle aliquote cantonali. In secondo luogo è una riforma federalista, infatti la riforma fiscale regola le interazioni tra Confederazione e Cantoni, ma lascia autonomia ai singoli Cantoni su come gestire al proprio interno e in particolare verso i propri Comuni. Ne consegue che dovranno essere le nostre istituzioni ad affinare i rapporti fiscali tra Cantone e Comuni. Andrebbero quindi ridimensionate le preoccupazioni dei referndisti e dei Comuni che si ritengono toccati dalla riforma, nulla viene imposto da Berna ma sta alle nostre istituzioni ad affinare i principi di sussidiarietà attraverso la piattaforma di dialogo Cantone-Comuni lanciata dalla riforma Ticino 2020. Un altro punto importante della Riforma III è la modifica alla legge federale della perequazione finanziaria inter-cantonale che permetterà al Ticino di incassare un pacchetto aggiuntivo di 50 milioni di franchi. La revisione della legge infatti cambierà le regole di calcolo della distribuzione andando finalmente a nostro favore esattamente come gli stessi referndisti chiedevano già da tempo in una mozione presentata al Gran Consiglio. La Riforma III ha come obiettivo sul corto termine la salvaguardia di posti di lavoro e del gettito fiscale federale e cantonale e prevede una compensazione per le minori entrate iniziali che i cantoni dovranno sostenere, ma l’obiettivo a lungo termine è l’aumento del gettito fiscale e questo può essere raggiunto unicamente rendendo il nostro paese competitivo per aziende che portano posti di lavoro altamente qualificati e di valore aggiunto. Per questo motivo la riforma introduce ulteriori incentivi quali il patent-box e sconti fiscali sui costi sostenuti nella ricerca e sviluppo. L’obbiettivo è quello di attrarre un maggior numero di aziende attive in settori industriali innovativi come potrebbe essere per esempio sulle tecnologie per le energie rinnovabili (unica vera risorsa naturale in Svizzera), le tecnologie applicate alla biomedicina (importantissimo per il nuovo polo di biomedicina), la fintech (tecnologia per servizi finanziari) e molti altri ancora. Il gettito fiscale che finanzia i servizi dello Stato quali la sanità e gli aiuti sociali si aumenta incrementando la competitività della nostra economia e creando nuovi posti di lavoro a beneficio di tutti, anche dei giovani che si trovano in difficolta nel trovarne uno e che sempre più spesso devono ricorrere all’assistenza. In questo contesto diventa chiara l’importanza della formazione professionale e universitaria con la creazione di una progettualità che porti una visone lungimirante a 360 gradi su una economia competitiva ed efficiente, ambientalmente responsabile, di cui tutti possano trarne equi benefici così da evitare che i nostri giovani cadano nelle spire dell’assistenzialismo. A mio avviso questa riforma è una opportunità da cogliere sia per il Cantone e per Comuni che vogliono diversificare e sviluppare la propria economia attirando aziende ad alto valore aggiunto, nuovi posti di lavoro altamente qualificati compatibilmente con una crescita sostenibile del territorio.

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