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L'OSPITENaturalizzazione agevolata per gli stranieri di terza generazione

20.01.17 - 18:29
Ignazio Cassis, Presidente del Gruppo liberale-radicale
TiPress
Naturalizzazione agevolata per gli stranieri di terza generazione
Ignazio Cassis, Presidente del Gruppo liberale-radicale

I protagonisti sono loro: gli stranieri di terza generazione. Figli di stranieri nati e cresciuti in Svizzera, i cui genitori sono immigrati nel nostro Paese per lavorare, fondare una famiglia, trovare migliore sorte. Da decenni se ne parla e tre tentativi di facilitare la loro naturalizzazione sono falliti. Ultimo nel tempo quello del 2004, quando il 51,6% dei cittadini rifiutò il rilascio automatico del passaporto agli stranieri di terza generazione.

Il prossimo 12 febbraio la questione torna d’attualità. Questa volta la proposta va meno lontano: nessun automatismo, nessun ius soli – il diritto del suolo, ciò la nazionalità automatica della terra in cui si è nati, come per esempio negli USA. Questa volta dobbiamo decidere se concedere ai protagonisti – la terza generazione – la stessa procedura agevolata che già oggi concediamo ai coniugi stranieri di cittadini svizzeri. Una procedura più breve e meno costosa di quella ordinaria, ma che rispetta pienamente gli stessi criteri d’integrazione: i giovani devono essere domiciliati e scolarizzati in Svizzera e conoscere bene una lingua nazionale, pagare le imposte e far fronte ai propri impegni finanziari (chi dipende dall’aiuto sociale è escluso). Inoltre devono rispettare le nostre leggi e i valori fondamentali della Costituzione, come per esempio la parità tra uomo e donna e la libertà di credo e di coscienza (elementi importanti nell’era del burqa). Insomma, nessuno sconto, se non finanziario e di rapidità!

Non è esattamente ciò che Ada Marra - la deputata socialista vodese al Nazionale - voleva con la sua iniziativa parlamentare del 2008, ma un compromesso. Meglio di niente - come afferma lei stessa. Un piccolo passo. Non automatismo ma richiesta esplicita, che va fatta entro il 25imo anno di vita (per evitare di sfuggire all’obbligo militare). Il richiedente deve anche attestare che almeno uno dei nonni ha acquisito un diritto di dimora o è nato in Svizzera. Passati i 25 annidi età si è fuori tempo massimo e soltanto la procedura ordinaria potrà essere avviata. Insomma, il passaporto rossocrociato non viene regalato, ma a questi giovani è aperta una via più rapida e meno costosa.

C’è chi arriccia il naso di principio, in tempi di flussi migratori, di terrorismo e di libera circolazione delle persone. Un amalgama di emozioni che portano alla chiusura, senza i necessari distinguo.

Alcuni contrari evocano invece una violazione del federalismo: la procedura agevolata è gestita essenzialmente dalla Confederazione, quella ordinaria da Comuni e Cantoni.

A guardar bene però, dobbiamo pensare a loro, ai ragazzi della terza generazione, nati e cresciuti con i nostri, attivi negli stessi club sportivi, che parlano male la lingua dei nonni (vissuta solo in vacanza) e perfettamente quella dei coetanei. Ragazzi spesso motivati da un desiderio di rivalsa sociale che permette loro di raggiungere traguardi sociali di tutto rispetto. Ragazzi che arricchiscono la Svizzera. A questi ragazzi abbiamo pensato in parlamento a Berna, quando abbiamo deciso a maggioranza di consigliare al popolo di accogliere questa piccola modifica della

Costituzione svizzera. Non è un tema che cambia il destino della Svizzera, ma è un tema che semplifica la vita di questi ragazzi. Perciò propongo di inserire un SI nell’urna.

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