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Patrick Dalzell (voce) racconta la genesi di “II” (Irascible Music), il secondo ep della sua band, Alice Roosevelt
NYON (VD) - «Dopo dieci anni, nella seconda metà del 2014, dalle ceneri di Josef of the Fountain, ha preso vita Alice, Alice Roosevelt», mi spiega Patrick, che condivide la line-up della formazione con Cyril Pugin (chitarra), Cyril Huguet (basso), David Lamon (chitarra) e Théo Deluz (batteria).
Il 18 febbraio 2016 il combo pubblica il primo ep, omonimo, in free download su Bandcamp, a cui segue, quattro mesi dopo, l’edizione in vinile, realizzata grazie a una campagna di crowdfunding lanciata su wemakeit.com: cinque tracce, di ottima fattura, messe a punto forgiando, attraverso nuove modulazioni, le sonorità new wave/post-punk oriented sperimentate con Josef negli anni precedenti.
E a poco più di un anno di distanza, lo scorso 24 febbraio, Alice ha dato alle stampe le cinque canzoni - ammalianti - che completano “II”...
Patrick, Alice Roosevelt era la figlia del presidente americano...
«Ha vissuto una vita controcorrente, non convenzionale… L’ispirazione, per noi, era inevitabile… Calcola che già dodici anni fa il suo nome diede il titolo a una canzone di Josef of the Fountain...».
Cosa vuoi dirmi dei testi di questo secondo ep?
«Come nella prima produzione, versi e strofe di “II” raccolgono impressioni sulla vita, sulla società… Impressioni che spero siano in grado di portare l’ascoltatore a riflettere…».
Raccontami le registrazioni…
«Nel corso degli anni, il nostro locale prove si è trasformato in un piccolo home studio… Come per il primo ep, ogni traccia è stata registrata al suo interno…».
Chi collocheresti alla base delle influenze musicali del gruppo?
«Cure, Joy Division, Ramones, Foals, Local Natives, Lcd Soundsystem, Mbongwana Star…».
Anche “II” è stato dato alle stampe in vinile, giusto?
«Sì, certo…».
Quando uno show nella Svizzera italiana?
«Spero presto… Stiamo pianificando le date in questo periodo e anche il Ticino è nel nostro itinerario...».
