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Soybomb, un'ammaliante esplosione

SVIZZERASoybomb, un'ammaliante esplosione

20.02.17 - 06:00
In uscita il prossimo 3 marzo “Plastic Festival” (Radicalis Music/Believe), la prima produzione messa a punto dal progetto Soybomb
Foto Elias Gmünder
Da sinistra Andreas Ackermann, Beda Mächler, Linus Gmünder.
Da sinistra Andreas Ackermann, Beda Mächler, Linus Gmünder.
Soybomb, un'ammaliante esplosione
In uscita il prossimo 3 marzo “Plastic Festival” (Radicalis Music/Believe), la prima produzione messa a punto dal progetto Soybomb

ZURIGO - Un ep di sei tracce in cui il giovane combo zurighese - condiviso da Beda Mächler (voce, chitarra), Andreas Ackermann (synth) e Linus Gmünder (batteria) - trasporta all'interno dei microsolchi psichedelia, blues seminale, art pop, risonanze electro, smembrando, uno a uno, (ipotetici) margini stilistici: a prendere forma, una commistione senza precedenti, distopica e ammaliante.

«L’embrione della band ha incominciato a svilupparsi due anni fa, subito dopo il nostro incontro tra le mura dell’Università delle Arti di Zurigo», mi spiega Beda. «Scrivevo già da qualche tempo e, di conseguenza, avevo già un po’ di materiale… Materiale, comunque, che fino a quegli istanti avevo tenuto in un cassetto, malgrado prima di conoscere Andreas e Linus avessi già militato, come chitarrista, tra le fila di svariate band della zona...».

Beda, spiegami la scelta del nome, Soybomb…

«Durante l’esibizione di Bob Dylan ai Grammy del 1998, sul palco piombò un ospite inatteso, Michael Portnoy, un artista multimediale, che si mise a danzare e a gesticolare freneticamente: sul suo petto nudo, la scritta “Soy Bomb”. Secondo quanto lui stesso spiegò poco dopo ai giornalisti, “Soy” (soya) rappresentava la nutrizione, la vita. “Bomb” (ordigno), inevitabilmente, un’esplosione… Un’esplosione di vita, quindi, un’esplosione di vita in continua trasformazione… Questo è il suo concetto di arte, che, ovviamente, condivido...».

Vuoi entrare nel dettaglio dei testi raccolti in “Plastic Festival”?

«Utilizzo i versi delle canzoni per dire ciò che nella quotidianità non riesco a esprimere: quanto è confluito nell’ep, in sintesi, sono riflessioni e impressioni, molto personali, su una società sempre più individualista...».

Cosa vuoi dirmi delle registrazioni?

«Siamo entrati in studio - lo studio di un amico, a Berna - nell’estate 2015, registrando in tre giorni tutto il materiale che fino a quegli istanti avevamo elaborato…».

Chi sono i tuoi, i vostri, maggiori punti di riferimento musicali?

«Beck, David Bowie, Jamie Lidell, Pink Floyd…».

Qual è il tuo album preferito di Bowie?

«Direi “Low” (RCA, 1977)».

Quali i formati su cui verrà pubblicato “Plastic Festival”?

«Mp3, cd e vinile».

Info: soybomb-music.com

 

 

 

 

 

 


 

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