Cerca e trova immobili

SVIZZERALa giornata di Credit Suisse: schiaffo alla dirigenza

28.04.17 - 18:07
Il 40% degli azionisti ha opposto un chiaro no alla politica dei bonus miliardari a fronte di perdite abissali
Keystone
La giornata di Credit Suisse: schiaffo alla dirigenza
Il 40% degli azionisti ha opposto un chiaro no alla politica dei bonus miliardari a fronte di perdite abissali

ZURIGO - I top manager di Credit Suisse hanno vissuto probabilmente giornate più gradevoli di quella odierna: nonostante i mea culpa e i distinguo, una larga fetta degli azionisti, pari al 40%, ha opposto oggi un chiaro no alla politica dei bonus miliardari a fronte di perdite abissali. E oltre alle solite bastonate dei piccoli risparmiatori tipiche delle assemblee generali, questa volta i dirigenti si sono visti piovere dal cielo anche attivisti di Greenpeace.

La vigilia dell'appuntamento odierno era stato assai turbolento: in molti avevano espresso critiche per un approccio retributivo che vedeva i manager coprirsi d'oro per un esercizio 2016 chiuso in profondo rosso: una perdita di 2,7 miliardi, dovuta anche a una maxi multa negli Usa per per la vicenda dei subprime. Tutto questo mentre il corso dell'azione non faceva proprio una bella figura.

I vertici erano corsi ai ripari, tagliandosi del 40% i bonus: un annuncio fatto durante il weekend di passione di Pasqua. E alla vigilia dell'assemblea il CEO Tidjane Thiam - che pur dopo la sforbiciata in busta paga ha potuto contare su 10,24 milioni per 12 mesi di lavoro, tanto quanto uno svizzero medio guadagna in 137 anni e un ticinese in 166 anni - aveva argomentato che non è giusto punire le persone per errori di altri.

Ciò nonostante diversi fra i 1640 azionisti presentatisi oggi all'Hallenstadion di Zurigo hanno avuto parole molto dure nei confronti della dirigenza: primi fra tutti Hans-Jacob Heitz, un avvocato zurighese spesso in prima linea nella difesa dei piccoli risparmiatori, che ha invitato a fermare quello che ha definito il "brigantaggio" in atto nei piani alti della banca.

Un altro azionista, Richard Fischer ha parlato di un'immagine catastrofica per la banca. E rivolgendosi al presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Urs Rohner ha detto: "non sa quello che sta facendo e con la sua smodatezza provoca l'intervento dello stato". Ma non sono stati soltanto i "pesci piccoli" a ribellarsi: anche importanti consulenti quali ISS, Glass Lewis ed Ethos hanno inviato a votare no a diversi punti all'ordine del giorno.

Rohner ha fatto mea culpa, ammettendo che la banca non è stata abbastanza sensibile in materia di compensi. Anche Thiam ha usato toni concilianti: "il dialogo con voi azionisti è molto importante per noi e ascoltiamo quello che avete da dirci", ha detto.

Secondo Rohner l'unica vera divergenza di vedute fra il Cda e alcuni azionisti o loro consulenti è stabilire se la multa subita negli Usa per gli affari ipotecari debba essere considerata nel calcolo dei bonus dei dirigenti. Stando al Cda l'attuale management non deve pagare per il passato, deve essere retribuito per quanto fatto nel 2016. Rohner ha ammesso però che si può essere anche di altra opinione. Thiam ha da parte sua detto di sperare che la rinuncia del 40% dei bonus permetterà di sgombrare il campo.

In realtà non è stato così: nel voto - di carattere solo consultivo - il rapporto sulle remunerazioni 2016 è stato approvato solo con il 58% dei sì, una quota quindi nettamente inferiore a quella dell'anno prima, quando si era attestata al 79%. I no sono stati il 40%. Rohner ha detto di prendere molto seriamente questo dato e ha promesso che la banca rivaluterà la sua politica retributiva.

Lo stesso presidente era stato al centro di forti critiche nelle ultime settimane e non pochi avrebbero preferito un atto di discontinuità, un suo passo indietro. L'assemblea generale lo ha però confermato nel Cda con il 91% dei voti, cosa che ha permesso all'interessato di rallegrarsi per la fiducia accordatagli. Gli altri nove membri uscenti dell'organo di sorveglianza, nonché i due nuovi esponenti proposti (Andreas Gottschling e Alexandre Zeller) sono stati eletti con percentuali comprese fra il 94% e il 98%. Nessun problema nemmeno per il rapporto d'esercizio, accolto con il 98% dei voti, e per il discarico della direzione e dei membri del Cda, che ha ottenuto quasi l'89%.

Al capitolo andamento degli affari Thiam ha parlato di una banca ben posizionata, come a suo avviso mostrano i risultati del primo trimestre 2017 (utile di 0,6 miliardi). Sono trascorsi 18 mesi dall'avvio del piano strategico di tre anni e secondo il manager franco-ivoriano l'istituto si mostra in crescita e in aumento di redditività. "La strategia sta funzionando e continueremo ad applicarla con decisione", ha proseguito Thiam.

Ha per contro funzionato meno il servizio d'ordine - non si sa ancora se quello dell'Hallenstadion o quello della banca: mentre parlava Thiam alcuni militanti di Greenpeace si sono calati davanti alla tribuna srotolando uno striscione che portava la scritta "Stop dirty pipeline deals", basta affari con le condotte sporche. La protesta fa riferimento al finanziamento che la banca sta accordando a una pipeline nel Dakota del Nord. Il CEO si è limitato a dire che sostiene la libertà di espressione e ha proseguito il discorso.

Prima che cominciasse l'assemblea gli attivisti dell'organizzazione ambientalista hanno anche installato davanti all'Hallenstadion un finto oleodotto in acciaio di una decina di metri di lunghezza e pesante oltre 900 chilogrammi. Le azioni si sono svolte nella calma. La polizia ha fermato cinque persone, ha indicato Greenpeace.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE