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Una mossa largamente anticipata a causa delle svalutazioni miliardarie imputabili alla divisione nucleare statunitense controllata dal conglomerato nipponico
TOKYO - Toshiba conferma di aver fatto ricorso alla bancarotta assistita, il cosiddetto Chapter 11, per la Westinghouse, una mossa largamente anticipata a causa delle svalutazioni miliardarie imputabili alla divisione nucleare statunitense controllata dal conglomerato nipponico.
Toshiba stima una perdita netta di 500 miliardi di yen a livello di gruppo (l'equivalente di 4,5 miliardi di franchi) per il periodo da aprile a dicembre 2016; un rosso causato prevalentemente dalle attività statunitensi, pari a 712 miliardi di yen.
La Westinghouse è stata rilevata nel 2006 dalla Toshiba con l'obiettivo di espandere la costruzione di centrali atomiche, ma dopo l'indicente nucleare di Fukushima del marzo 2011 i costi di esercizio si sono ampliati a causa delle più stringenti norme di sicurezza e di progettazione, e la mutata percezione dell'opinione pubblica verso il nucleare.
La richiesta di bancarotta di Westinghouse, uno dei nomi più rinomati nell'energia nucleare, rappresenta un duro colpo per il settore e alimenta i dubbi sul futuro dei quattro reattori in costruzione negli Stati Uniti.
Il Chapter 11 rappresenta anche la fine del matrimonio fra Westinghouse e Toshiba, che aveva rilevato le sue attività nucleari nel 2006 annunciando come le nozze segnassero l'''alba di una nuova era per l'energia nucleare''. Il divorzio arriva a dieci anni di distanza, con Toshiba che ha svalutato più di 6 miliardi di dollari di perdite sul nucleare americano citando problemi contabili, ritardi e un aumento dei costi.
La bancarotta farà probabilmente scattare una serie di azioni legali per chiarire se Toshiba resterà responsabile delle perdite di Westinghouse e se le società che controllano i reattori in costruzione dovranno farsi carico dei costi.
