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I tagli previsti ammontano a 433 milioni annui
MILANO - Ottocento esternalizzazioni e 500 contratti a termine non rinnovati. Sono questi alcuni dei numeri che compongono i 2.037 esuberi nel personale di terra individuati dal piano industriale di Alitalia.
E sui i quali i sindacati si preparano a dare battaglia quando la trattativa entrerà nel merito. Per le sigle, infatti, "il Governo deve fare di più", come dicono le leader di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Anna Maria Furlan.
Nel frattempo prosegue l'approfondimento del piano della compagnia, da cui emergono anche ulteriori dettagli sui tagli, che al ritmo di 433 milioni annui dal 2019 porteranno a risparmi per oltre 1,8 miliardi nell'arco dei 5 anni del piano.
La trasparenza è la strada scelta dalla compagnia, che sta cercando di andare incontro ai sindacati, con l'obiettivo di raggiungere un accordo "prima possibile".
Entrando nel merito dei numeri, al tavolo di oggi si è parlato di taglio dei costi e di esuberi. In particolare, sul fronte dei costi, il piano prevede 433 milioni di risparmi annui a regime, cioè dal 2019: per circa due terzi si tratta di costi non legati al costo del lavoro (270 milioni a fronte di 163 milioni di risparmi sul costo del personale).
Considerato che nei primi tre anni i risparmi complessivi sono di un miliardo, si arriverebbe a 1,866 miliardi nel complesso dei cinque anni del piano. Per quanto riguarda gli esuberi, 500 sono contratti a tempo determinato e 813 le esternalizzazioni.
Su quest'ultimo tema, che riguarderebbe soprattutto la manutenzione, scatta l'allarme dei sindacati, con la Filt Cgil che dice 'no' alle terziarizzazioni della manutenzione così come fatte fino ad oggi.
Intanto sullo sfondo c'è lo sciopero di 24 ore proclamato unitariamente dai sindacati per il 5 aprile, che l'Autorità di garanzia ha giudicato legittimo.
