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STATI UNITI Trump, meno regole per Wall Street

03.02.17 - 19:45
Il presidente americano ha firmato due decreti aprendo al ridimensionamento delle regole volute da Obama
Trump, meno regole per Wall Street
Il presidente americano ha firmato due decreti aprendo al ridimensionamento delle regole volute da Obama

NEW YORK - Donald Trump dà la prima spallata a quella che considera la «disastrosa» riforma di Wall Street, aprendo la strada ad un deciso ridimensionamento delle norme fortemente volute da Barack Obama dopo la crisi finanziaria. Un allentamento per sostenere l'accelerazione di un'economia che comunque continua a crescere, come dimostrano gli ultimi dati sull'andamento del mercato del lavoro, di cui Trump si dice soddisfatto.

«Taglieremo le tasse e ridurremo le regole», ha affermato il presidente Usa ricevendo alla Casa Bianca gli amministratori di alcune delle grandi aziende americane, fra i quali Jamie Dimon di JPMorgan e Larry Fink di BlackRock. Molti di loro hanno criticato pubblicamente il bando sugli immigrati e, probabilmente, hanno colto l'occasione per fare pressione sul presidente.

All'incontro era presente anche la figlia Ivanka che, dopo un avvio di presidenza nelle retrovie, sembra lanciata nell'assumere un ruolo sempre maggiore in seno all'amministrazione, spingendosi anche al di là di quello che le è già stato affibbiato di 'vera first lady'.

Agli amministratori delegati Trump ha presentato la sua ricetta, basata su una deregulation soprattutto per le norme sulle banche che rallentano, a suo avviso, l'economia. «Le ridurremo di molto», ha annunciato Trump, chiedendo consigli a Dimon su come intervenire sulla legge 'Dodd-Frank'.

A curare la revisione della riforma di Wall Street è Gary Cohn, il numero uno del Consiglio economico della Casa Bianca che, per i suoi anni a Goldman Sachs, conosce bene l'impatto delle regole sulle banche ed è una faccia nota a Wall Street, di cui condivide il linguaggio e le modalità. Le banche, è la teoria di Cohn, sono gravate ogni anno da centinaia di miliardi di dollari di costi dovuti alle regole: con meno norme i costi scenderanno, e lo faranno anche i prezzi per i consumatori.

L'autorità di Trump nel rivedere la riforma di Wall Street è comunque limitata: ma i decreti firmati per allentare le norme sono il punto di partenza per indirizzare la necessaria azione del Congresso. Il presidente punta ad abolire la cosiddetta regola del 'ruolo fiduciario' per chi offre pacchetti di investimento per la pensione. Le norme volute da Obama, che entreranno in vigore in aprile, stabiliscono che venga offerto al cliente il «miglior prodotto» e non quello più adatto alle sue esigenze, e obbligano i consulenti finanziari ad agire nel miglior interesse dei clienti. Una regola contro la quale i repubblicani e le banche sono insorte.

Ma per Trump toccare la riforma di Wall Street è camminare sul filo del rasoio: le norme sono state volute da Obama e dagli americani dopo la crisi finanziaria che ha fatto precipitare l'economia in una profonda recessione e spazzato via milioni di posti di lavoro. Sono quindi state chieste a gran voce da una spinta 'populista', la stessa che ha portato Trump alla Casa Bianca.

L'obiettivo del ridimensionamento delle norme su Wall Street è quello di spingere la crescita, pallino del presidente insieme all'occupazione. Gli ultimi dati mostrano comunque un mercato del lavoro in salute: in gennaio sono stati creati 227.000 nuovi posti di lavoro, il numero più elevato degli ultimi quattro mesi, con un tasso di disoccupazione in lieve aumento al 4,8%. Unico neo sono i salari che rallentano, crescendo solo del 2,5%: la frenata lascia intravedere come il mercato del lavoro abbia ancora spazio per crescere, giustificando la 'pazienza' della Fed nell'aumentare i tassi di interesse.

Revocati oltre 100'000 visti - Oltre 100 mila visti sono stati revocati dall'amministrazione Trump dopo il varo del bando agli immigrati.

Lo hanno reso noto i legali del Dipartimento di giustizia nel corso di un'udienza in Virginia sul divieto, spiegando che il ritiro dei visti non ha riguardato nessun residente permanente di ritorno negli Stati Uniti.
 
 

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