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VENEZUELADomani nuova sfida in piazza contro Maduro

06.09.16 - 20:37
Domani nuova sfida in piazza contro Maduro

CARACAS - Nuova vigilia di tensione in Venezuela, dove l'opposizione ha convocato nuovi cortei per domani per esigere che si agevoli l'organizzazione del referendum contro Nicolas Maduro, mentre il governo moltiplica gli arresti di dirigenti anti-chavisti e denuncia che le manifestazioni sono solo un pretesto per coprire un tentativo di golpe.

Dopo il successo della "Presa di Caracas" di giovedì scorso, quando centinaia di migliaia - forse un milione - di manifestanti sono sfilati per le strade della capitale, ora l'opposizione ha lanciato per domani la "Prese del Venezuela", con proteste davanti alle sedi del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) in tutti gli stati del Paese.

L'obbiettivo è quello di premere sul Cne, accusato di essere subordinato al governo, perché garantisca che il referendum si organizzi prima del 10 gennaio prossimo. Solo in questo modo, infatti, una vittoria del 'sì' - data per scontata da sondaggi e analisti - porterebbe alla rimozione dell'intero governo e alla convocazione di nuove elezioni nazionali.

Il governo, però, mantiene una intransigenza totale, sostenendo che la "Presa di Caracas" è stata un fallimento, che la maggioranza del popolo appoggia Maduro, e accusa l'opposizione di stare organizzando oscure trame golpiste. "Le intenzioni golpiste si mantengono, e i dirigenti oppositori andranno adeguando la loro agenda di violenza nei prossimi giorni", ha assicurato il comandante del Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin), Gustavo Gonzalez.

Malgrado il suo monolitismo di facciata, il governo sembra però ormai sulla difensiva, come ha dimostrato la protesta spontanea - a suon di fischi, pentole battute ed insulti - con la quale Maduro è stato accolto venerdì scorso in un quartiere popolare della Isla Margarita, nel nord del Paese, dove è stato costretto a fuggire, correndo.

Perfino l'ex ministra per l'Ambiente di Hugo Chavez, Ana Elisa Osorio, ha dichiarato che Maduro "ha voltato le spalle al popolo" e che, come molti dei suoi collaboratori "parla ormai come se fossimo Alice nel paese delle meraviglie", sottolineando che "questo è molto grave, perché il popolo sta vivendo in condizioni molto diverse, e per niente comode".

Più sarcastico il commento del presidente del Parlamento, Henry Ramos Allup, che - interrogato sulle denunce di piani golpisti attribuiti all'opposizione - ha risposto che "con questo governo non vale manco la pena di cospirare, perché cospira contro sé stesso benissimo, e da solo".

L'ex premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero - designato come mediatore fra governo e opposizione dall'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasud) - è tornato oggi a Caracas per riunirsi con le parti e lanciare un ennesimo tentativo di dialogo.

Ma Henrique Capriles, ex candidato presidenziale antichavista, lo ha già avvisato: "Sul referendum non c'è niente da negoziare, si tratta della voce del popolo, che il governo deve imparare ad ascoltare", ha detto.

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