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ARABIA SAUDITASventato un attentato a La Mecca

24.06.17 - 10:07
L'attacco - giudicato «imminente» dalle autorità - aveva come obiettivo la Grande Moschea
Keystone
Sventato un attentato a La Mecca
L'attacco - giudicato «imminente» dalle autorità - aveva come obiettivo la Grande Moschea

LA MECCA - Mentre raggiungono il livello di guardia le tensioni nella regione, un attacco terroristico è stato sventato la notte scorsa alla Grande Moschea della Mecca, il luogo più sacro per i musulmani, che si apprestano a festeggiare la fine del Ramadan.

Un attentatore suicida, ha detto il ministero dell'Interno di Riad, si è fatto saltare in aria dopo una sparatoria a poca distanza dalla moschea all'interno di un edificio di tre piani che è crollato, provocando il ferimento di sei civili, tutti stranieri, e di cinque membri delle forze di sicurezza.

L'Arabia Saudita, per anni minacciata da tentativi insurrezionali di Al Qaida, è stata presa di mira più recentemente da attentati rivendicati dall'Isis. Ma questa volta il governo non ha puntato il dito contro nessuna delle due organizzazioni, che non hanno rivendicato l'azione, e ha affermato che il tentato attacco è frutto di "complotti diretti dall'estero".

Dopo i due attacchi rivendicati dall'Isis a Teheran il 7 giugno scorso, che hanno provocato 17 morti, i Pasdaran iraniani avevano accusato di "complicità" gli Usa e l'Arabia Saudita, affermando che non avrebbero lasciato "senza risposta lo spargimento di sangue innocente". Ma oggi l'Iran è stato tra i primi Paesi a condannare il tentato attacco alla Mecca.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Bahram Ghasemi, ha detto che tutte le nazioni devono "essere caute" davanti al fenomeno terrorista, e ha aggiunto che Teheran è pronta ad aiutare altri Paesi nella lotta ai terroristi. Alla condanna unanime del mondo musulmano si è unito anche il movimento sciita libanese Hezbollah, alleato dell'Iran.

Solo pochi giorni fa il re Salman ha nominato erede al trono suo figlio Mohammad bin Saman, il trentunenne ministro della Difesa e responsabile dei progetti di riforma economica, considerato da più parti come il principale artefice dell'inasprimento della politica anti-iraniana di Riad che ha portato tra l'altro alla rottura con il Qatar, accusato di intrattenere rapporti troppo amichevoli con Teheran. Tra l'altro, oggi Doha ha respinto il diktat delle 13 condizioni poste ieri dal fronte saudita per mettere fine alla crisi definendole "irrealistiche".

La polizia saudita ha detto di avere neutralizzato tre gruppi terroristici, uno a Gedda e due alla Mecca, arrestando cinque persone, tra cui una donna. Uno degli attentatori è tuttavia riuscito ad entrare nel quartiere di Ajyad al Masa, vicino alla Grande Moschea, dove si è fatto saltare in aria dopo essere stato attaccato dalle forze di sicurezza.

Nel 1979 centinaia di miliziani oppositori della famiglia Al Saud al potere, tra cui alcuni provenienti da altri Paesi arabi, diedero l'assalto armi in pugno alla Grande Moschea, che occuparono facendo appello alla popolazione perché si rivoltasse contro la dinastia regnante. Dopo due settimane le forze di sicurezza attaccarono il luogo sacro e ne ripresero il controllo con un'operazione che provocò quasi 250 morti, tra gli occupanti e i militari. All'operazione parteciparono anche membri delle forze speciali francesi, fatti convertire in tutta fretta all'Islam per poter entrare alla Mecca, dove sono ammessi solo i musulmani.
 
 

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