A Times Square per protestare contro il bando agli ingressi da 7 Paesi a maggioranza musulmana. E intanto Stoccolma chiede spiegazioni a Trump sulla sua affermazione di un presunto attentato in Svezia
NEW YORK - "Sono musulmano". È la scritta sulle magliette di centinaia di persone che stanno manifestando in queste ore a Times Square, a New York, contro il bando agli ingressi da sette Paesi a maggioranza musulmana. Alla parata a sostegno dei musulmani ha preso parte anche Chelsea Clinton, la figlia dell'ex presidente Bill Clinton.
Il decreto firmato dal presidente Donald Trump è stato sospeso dalla giustizia americana, ma Trump sta lavorando a una nuova misura che presenterà a giorni, forse martedì.
E non è l'unico grattacapo che dovrà affrontare il neo presidente degli Stati Uniti. In queste ore dovrà pensare a che risposta dare alla Svezia che ha chiesto ufficialmente spiegazioni sulla frase di ieri pronunciata dal presidente in merito a un presunto attacca terroristico che sarebbe avvenuto in Svezia.
A Melbourne, in Florida, di fronte a migliaia di suoi sostenitori, Trump è tornato su uno dei suoi cavalli di battaglia, i confini sicuri, legando l'immigrazione ai recenti attentati in Europa. Ha citato Bruxelles, Nizza, Parigi. E la Svezia. "Guardate cos'è successo in Svezia ieri sera... Chi poteva immaginarlo? Stanno avendo problemi che non avrebbero mai pensato di avere", ha arringato Trump.
A Stoccolma hanno ascoltato e si sono interrogati, cercando di ricordare, ma alla memoria non è tornato proprio nulla. E al di là dell'ironia che ha invaso i social e i siti web già dalle prime ore, in serata la questione ha preso una piega più seria quando l'ambasciata svedese a Washington ha fatto sapere di aver chiesto spiegazioni in proposito al dipartimento di Stato.