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FRANCIASi prende gioco di "aspiranti terroristi" su Telegram. Finisce in carcere

01.10.16 - 11:57
Un brutto scherzo finisce male per un 29enne che ha istigato un uomo con problemi mentali a «passare all'azione»
Si prende gioco di "aspiranti terroristi" su Telegram. Finisce in carcere
Un brutto scherzo finisce male per un 29enne che ha istigato un uomo con problemi mentali a «passare all'azione»

PARIGI - Un 29enne è stato condannato venerdì, in Francia, a quattro anni di carcere, due dei quali sono stati sospesi per aver incitato degli jihadisti tramite il servizio di messaggistica cifrata Telegram a commettere un attentato. L'imputato, in realtà, ha assicurato alla Corte penale di Parigi, di aver solo voluto prendere in giro alcuni radicalizzati islamici facendosi passare per uno di loro.

Il suo avvocato, Martin Méchin, ha giudicato la pena «inadeguata», spiegando che il suo cliente non è «affatto pericoloso». L'imputato, soprannominato Youssef, è stato scoperto e arrestato dai servizi segreti francesi. L'uomo ha spiegato di essere stato contattato via Facebook da alcuni «radicalizzati» che avevano iniziato a parlare di religione e lo avevano invitato a condividere con loro una chat su Telegram. Questa rete di messaggistica, nella quale per partecipare a una conversazione bisogna essere invitati, è considerata oggi uno dei mezzi preferiti dagli jihadisti per comunicare.

Youssef è accusato di avere, durante le conversazioni, spinto un giovane ad andare in Siria e un altro a commettere un attentato. L'imputato, i cui interessi ruotano attorno la boxe, il calcio e le ragazze, ha spiegato di aver soltanto recitato una parte per prendere in giro i suoi interlocutori.

"Se domani passi all'azione sarai dei nostri», aveva scritto a uno di questi soggetti che, oltretutto, soffre di disturbi psichici. «L'ho fatto solo per prenderlo in giro. Sapevo che è un "disagiato". Mi sono anche offerto di vendergli una bomba atomica per metterla sotto un ponte o in una stazione di polizia», ha aggiunto il 29enne. Youssef ha anche suggerito al suo interlocutore di passare all'azione «il 31 febbraio» data che non esiste. Con queste spiegazioni, insomma, ha cercato di convincere la Corte della sua presa in giro.

Il sito Rue89 ha trascritto tutta questa discussione:

Sebastian: «Quando entro in azione?»

Youssef: «Quando vuoi. Mercoledì è un giorno in cui ci sono tante persone in giro. È il momento giusto».

S: «Va bene. Ti invio le foto».

Y: «No, se fai sul serio devi fare un video in cui mi fai vedere come sarà l'operazione prima di agire. Per dimostrarmi che domani passerai all'azione».

S: «Sì fratello voglio essere dei vostri».

Y: «Se domani passi all'azione sarai dei nostri».

Dopo quasi due ore:

Y: «Ho bombe atomiche da vendere».

S: «Va bene. Hai delle pistole?».

Y: «La versione 2012 costa 3000 euro e spara fino a 5 chilometri. Quella 2016 costa 5000 euro ma raggiunge i 10 km. No, non ho armi».

S: «Voglio la versione 2016».

Y: «Ahh, ma non lavori. Non hai i soldi per pagare».

S: «Ho un cervello».

Y: «In più, se mi paghi, ti regalo anche 19 razzi».

S: «E come avviene la transazione?».

Y: «Sotto un ponte alle 3 del mattino o dalla polizia. Sì, lì è sicuro».


«Ho scherzato con le persone sbagliate», ha ammesso infine Youssef. Il suo corrispondente, con problemi psicologici, non è stato condannato in questa fase del processo.

Youssef è stato anche condannato per aver fatto visita a siti che glorificano o incitano al terrorismo, un nuovo reato integrato nel codice penale francese nel mese di luglio. E' accusato in particolare di essersi iscritto su Telegram al gruppo jihadista dello Stato Islamico (EI) e di aver scaricato dei video di propaganda.

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