La portavoce di Frontex commenta l'indagine aperta in Italia
BRUXELLES - «Salvare vite è un obbligo internazionale per chi opera in mare. È chiaro che i trafficanti in Libia se ne approfittano». Così la portavoce dell'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera (Frontex) Izabella Cooper a chi chiede dell'indagine aperta in Italia sull'attività delle navi delle organizzazioni non governative (ong).
Cooper ricorda che da inizio anno «sono 36'000 i migranti arrivati in Italia, soprattutto dalla Libia, facendo segnare un incremento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2016». Frontex ha osservato importanti cambiamenti nel modus operandi dei trafficanti.
L'area di ricerca e soccorso è mutata: «Nel 2011 le barche dei migranti arrivavano fino a Lampedusa, mentre nel 2016-2017 è al limite delle acque territoriali libiche». Le barche sono più affollate: «Dalle 90 persone di media per 10 metri del 2014, alle attuali 170».
Anche il materiale delle imbarcazioni ha visto un «drastico peggioramento» ed il carburante è quello necessario per superare le acque territoriali libiche. Ridotti anche cibo e acqua potabile. In aggiunta, spiega «di recente si nota che i trafficanti tolgono i motori alle barche quando i soccorsi sono nelle vicinanze».